RICOMINCARE
mercoledì 16 dicembre 2009
Il tempo attraverso i miei occhi
L'orologio è nemico del tempo,
pone i recinti ad una esistenza insolente,
fresca,
divisa in tanti.
Si muove al ritmo del mondo,
tentenna al dovere,
soffoca l'essere di Vita.
Quando comincia a salire la lancetta
il respiro si trattiene,
il piede si raddrizza.
Combatti,
getta le convenzioni,
soffoca quel tintinnare di suoni e respiri assenti.
Salvati la Vita,
segui le orme del vento.
Trattieniti ormai,
privati del nulla.
SILVIA DEL SOLE
lunedì 7 dicembre 2009
domenica 1 novembre 2009
per Silvia
nell'inchiostro
di una penna
presa tra le dita
che traccia
fiumi di parole
senza chiedere perchè. "
confini
I confini non tengono fuori gli altri,
servono solo a soffocarti. La vita è un problema e noi siamo fatti così, quindi puoi sprecare la tua vita a tracciare confini oppure puoi decidere di vivere superandoli. Ma ci sono dei confini che è decisamente troppo pericoloso varcare.
Però una cosa la so, se sei pronto a correre il rischio la vita dall'altra parte è spettacolare
martedì 27 ottobre 2009
l'aquila studente salvo per miracolo e...
Scrive la signora Daniela Antonioli
''Mio nipote Matteo Antonioli è uno studente fuori-sede di ingegneria nato il 03/04/1987 a Lanciano nella quale provincia risiede tuttora.
IL 6 aprile (beffa ulteriore ,giorno del compleanno di suo papa' Giandomenico, mio fratello) è stato tirato fuori dalle macerie dopo 16 ore dalla palazzina completamente crollata in Via S.Andrea angolo colle d'Amatrice, sotto le macerie sono morti la sua fidanzata Daniela Bortoletti e altri amici.
Matteo è stato ricoverato un mese a Teramo, sedato per 15 giorni, con gravi ferite alle braccia, blocco renale, schiacciamento polmoni e altre ferite.
Dopo un mese è stato trasferito in elicottero al policlinico di Modena e poi in un altro ospedale di Modena per un inizio di riabilitazione. I primi di agosto è stato RISPEDITO a casa con nessuna funzionalita' ad ambedue le braccia e quindi a completo carico di assistenza dei genitori anche per le funzioni piu' elementari!
Durante la lunga degenza ha subito 2 o 3 interventi ai polmoni, un paio ad un braccio etc tutto in anestesia totale.
Oggi è a casa ancora con il braccio destro immobile e pochissima funzionalita' al sinistro, piu' ancora ferite vive che non riescono a rimarginarsi.
Da agosto è dovuto andare almeno 3 volte a Modena dall'Abruzzo, in 48 ore in macchina con il papa' che pesantemente scioccato temo possa rischiare anche incidenti.
Tutti i viaggi con relativo soggiorno in albergo sono a carico dei genitori.
Ho chiesto aiuto a tutti, solo la Croce Rossa ci ha dato un contributo per l'albergo che un genitore si è dovuto pagare per tutto il tempo che Matteo è stato a MODENA e un piccolo contributo da Asia onlus.
Vorremmo giustizia, le cure migliori per Matteo e che i genitori non fossero lasciati soli moralmente ed economicamente.
Sono in difficolta', 2 insegnanti con un'altra figlia di 12 anni a carico, casa in affitto e molta dignità Se puo' darmi qualche suggerimento le saro' grata, non so piu' quale via seguire, agisco in nome di mio fratello che è completamente sconvolto
cari saluti
Daniela Antonioli
Raccogliamo l'appello della signora Daniela per la sua famiglia, vittima due volte dell'inefficenza dello Stato.
Appello che non doveva essere pronunciato, appello che fa male anche solo pubblicare, appello che parla di uomini lasciati soli coi propri gravi problemi.
Lasciati soli dallo Stato, dagli enti locali.
Noi allo Stato e agli Enti locali chiediamo di intraprendere la strada della giustizia e non quella del codice.
Allo stato chiediamo di "creare un precedente" perchè persone come queste che hanno sofferto e soffrono le pene dell'inferno per non si sa quale motivo (e questo ce lo spiegherà l'inchiesta del procuratore Rossini) possano anche dopo, a riflettori spenti, godere del sostegno dello Stato di diritto del quale facciamo parte.
Che a Asl di Lanciano si attrezzi per il trasporto ed il Comune e la Provincia dell'Aquila per il vitto e l'alloggio scomodando anche la Regione.
Si crei il precedente che dica chiaro e netto al cittadino che anche dopo l'errore le istituzioni debbano restargli accanto nel momento del bisogno.
La vicenda giudiziaria di Angela Scalzitti sia d'esempio a tutti.
Noi come Abruzzo24ore.tv porteremo avanti questa campagna finche ogni vittima del terremoto veda riconosciuti i suoi fondamentali diritti, compreso quello alle cure mediche migliori.
Già alcuni cittadini si sono dimostrati solidali proponendo possibili donazioni che noi gireremo alla famiglia Antonioli
sabato 19 settembre 2009
farei le carte false
quelle che alla fine ci rimetti,
ma non è importante...
tu sei qualcosa che vola di più
come l'onda che arriva più sù
sei l'amore proibito lo sò,
ma non è importante..
e vorrei dirti che parlo di te
con la pioggia,con l'aria e con me
spettinata io e te non si può,
ma non è importante...
che ne sò
che cosa cerco e
se voglio propio te
probabilmente no,
ma non è importante...
che ne sò
se un giorno ti odierò
sicuramente spettinata io
ti amerò per sempre...
spettinata quando fai l'amore
il tuo sorriso piange
è tutta colpa dell'amore,
ma non è importante...
perchè tu
sai le cose che voglio di più,
se mi guardi capisci perchè
sei l'amore proibito lo sò,
ma non è importante...
ora devi fuggire da me
e ogni tanto fuggire con me
spettinata io e te non si può,
ma non è importante...
che ne sò
che cosa cerchi e
se stai pensando a me, probabilmente no,
ma non è impotante...
che ne sò
forse un giorno mi odierai
sicuramente spettinata io
ti amerò per sempre...
ti amerò per sempre...
(spettinata)
martedì 15 settembre 2009
NESSUNO CREDE MAI CHE LA PROPRIA VITA POSSA ESSERE NORMALE
noi tutti siamo convinti che diventeremo il massimo e poi ci sentiamo derubati quando le nostre aspettative vengono deluse. Ma alcune volte la realtà supera addirittura le aspettative, a volte quello che ci aspetttiamo al confronto con quello che non ci aspettiamo impallidisce. Dovremmo chiederci perchè ci aggrappiamo alle nostre aspettative, perchè quello che ci aspettiamo ci fa restare fermi.. in attesa. quello che ci aspetta è solo l'inizio.
quello che non ci aspettiamo invece è quello che cambiarà la nostra vita.
lunedì 17 agosto 2009
una vita che cambia.
martedì 28 luglio 2009
come si sta a l'aquila
Pubblico questa illuminante ed agghiacciante testimonianza su ciò che sta accadendo (e su ciò che molti tentano di ignorare) in quel luogo che è e che sarà a lungo l'inferno d'Italia: L'Aquila.La gente mi chiede come sto. Come volete che stia? DI MERDA. Stiamo tutti di merda, 70.000 persone stanno di merda. Senza casa, senza la città, senza tessuto sociale, senza gli uffici. Molti di noi non rientreranno nella loro casa se non tra molti anni (me compresa), molti di noi non ci rientreranno più, perché la casa la hanno già perduta, o perché gliela stanno per abbattere. Tutti non rivedremo la città ricostruita prima di 7/8 anni, almeno. Le persone anziane rischiano di non rivederla mai più.(Tra parentesi: non viene neanche data comunicazione ai proprietari che le case vengono abbattute, ci si aspetta che siano loro ad informarsi. Che so, una cosa tipo: "scusi, che per caso state per abbattermi la casa? ah no? allora che faccio, ripasso tra qualche giorno e magari me lo dite?")E intanto che facciamo? Chi può lavora, lavora 100 volte più di prima, lavora in condizioni disastrate e disperate. Anche perché tutti gli aspazi agibili in città sono stati occupati dalla Protezione Civile, obbligando altri operatori cruciali per la ripresa della città, come l'Università ad esempio, ad andare altrove. Una Protezione Civile che, con le parole del rettore Di Orio «ha una visione dell’occupazione degli spazi inquietante», parole su cui non posso essere più d'accordo, o anche o anche con quanto scrive il sito del Campus di Rieti. Non tutti però riescono a lavorare, neanche in condizioni disastrate. E' il caso dei dipendenti della Transcom, 360 persone poste in mobilità. La direzione generale spiega di non essere più in grado di pagare gli stipendi perché non più competitiva anche a causa del terremoto del 6 aprile, che ha reso inagibile la sua sede.E' il caso dei dipendenti della Technolabs - uno dei più importanti Centri di Ricerca e Sviluppo del centro-sud Italia a capitale esclusivamente italiano - 100 (su 160) dei quali hanno solo la prospettiva di 13 settimane di cassa integrazione a partire dall'inizio di agosto.A fronte di questa drammatica situazione, qual è la risposta del governo per rilanciare l'economia? Ad esempio quella di richiedere ai residenti del 49 comuni del "cratere", a partire da gennaio 2010, la restituzione dell'IRPEF non versata a seguito del terremoto, da effettuarsi al 100% in 24 rate. Per darvi un parametro di confronto, nei paesi colpiti dal terremoto dell'Umbria, l'Irpef non venne versata per 24 mesi, e viene restituita ADESSO, dopo dieci anni e più, al 40% e in 120 rate (situazione analoga si verificò per gli alluvionati in Piemonte).Cosa passa invece dai mezzi di comunicazione "istituzionali"? Passa la voce di un Presidente del Consiglio che grida al miracolo per la costruzione di alloggi per circa 13.000 persone, quando allo stato attuale solo il 54% delle abitazioni fuori del centro storico è agibile. Se la stessa percentuale fosse valida anche per il centro storico i conti sono presto fatti: circa 35.000 sfollati (tralasciamo poi l'incresciosa situazione del centro storico di cui posso dare testimonianza diretta: del nostro futuro a tutt'oggi non sappiamo nulla, nulla di nulla al di là di poche parole del premier: «nel centro storico il tempo sarà contato non in mesi ma in anni»).E basta. Questo è il suo miracolo. E ad agosto il premier vuole prendere casa all'Aquila per seguire i lavori di queste casette perché, parole sue, «l'occhio del padrone, come si dice, sappiamo cosa produce..» (padrone? Padrone? siamo noi i padroni della nostra città, caro premier).Racconto queste cose, fuori dal "cratere" e la gente sembra non credermi. Abbiamo tutti la sensazione di essere stati abbandonati.Ma anche qui, tranne in rare eccezioni, le informazioni sulla situazione dei terremotati continuano ad essere condivise solo dai terremotati stessi. E così continuiamo a parlarci addosso. E il resto d'Italia continua a non sapere niente.E voi, che pensate di fare? Continuare a guardarci come poveri animali allo zoo, che forse stanno anche diventando un po' noiosi a fare e dire sempre le stesse cose da tre mesi? Bè, temo proprio che la noia continuerà per qualche anno ...Laura Tarantino - Università dell'Aquila
http://alessandrotauro.blogspot.com/2009/07/come-volete-che-si-stia-qui-ma-lo.html
martedì 7 luglio 2009
Lettera ad un figli
Se puoi vedere distrutto il lavoro di tuttta la tua vita
e senza dire una parola ricominciare,
se puoi perdere i guadagni di cento partite
senza un gesto e senza un sospiro di rammarico,
se puoi essere un amante perfetto
senza che l'amore ti renda pazzo,
se puoi essere forte senza cessare di essere tenero
e sentendoti odiato non odiare, pure lottando e difendendoti.
Se tu sai meditare, osservare, conoscere,
senza essere uno scettico o un demolitore,
sognare senza che il sogno diventi il tuo padrone,
pensare senza essere soltanto un pensatore,
se puoi essere sempre coraggioso e mai imprudente,
se tu sai essere buono e saggio
senza diventare nè moralista, nè pedante.
Se puoi incontrare il Trionfo e la Disfatta
e ricevere i due mentitori con fronte eguale,
se puoi conservare il tuo coraggio e il tuo sangue freddo
quando tutti lo perdono.
Allora i Re, gli Dei, la Fortuna e la Vittoria
saranno per sempre tuoi sommessi schiavi
e, ciò che vale meglio dei Re e della Gloria,
Tu sarai un uomo.
venerdì 19 giugno 2009
LETTERA DALL'AQUILA
sono Pina Lauria e sono residente a L’Aquila; attualmente “abito” presso la tendopoli ITALTEL 1, perché alla mia casa, che devo ancora finire di pagare, è stata assegnata la lettera E, che in questo drammatico alfabeto significa “danni gravissimi”.
Scrivo per illustrarvi alcune considerazioni, di carattere generale e, più in particolare, relative alla qualità della vita nei campi.
Intanto, evidenzio la grande confusione che c’è nella città: a quasi due mesi dal terremoto, viviamo ancora uno stato di emergenza. Uno dei grandi nemici di questi giorni, e dei prossimi, è il caldo: arriveranno i condizionatori ma risolveranno ben poco perché, come sicuramente sapete, il condizionatore funziona in una casa, con le pareti di cemento e con le finestre chiuse, non in una tenda, dove il sole batte a picco e da dove si esce e si entra….inoltre, la tenda non è che si chiude ermeticamente!
Allora, il problema vero è questa lunga permanenza nella tendopoli alla quale saremo costretti fino ai primi di novembre. E’ assurdo ed inconcepibile che, per saltare una “fase”, come ha detto il Presidente del Consiglio, bisogna aspettare circa sette mesi per avere una casa, comunque sia. E a novembre, se le cifre rimangono quelle dette dal Governo e dalla Protezione Civile, saranno soltanto 13 mila i cittadini aquilani che potranno lasciare le tende. Su questo vorrei chiarire che si sta assistendo ad un balletto delle cifre che nasconde una amara verità. Mi spiego. Queste cifre si riferiscono alle verifiche finora effettuate ed alle risultanze avute. Si sta ragionando in questi termini: se su un tot di case verificate, è risultata una agibilità pari al 53%, e mantenendo questo trend, allora le case inagibili saranno all’incirca 5.000 per 13 mila persone.
L’agibilità è stata dichiarata per le abitazioni dei paesi vicini a L’Aquila; i quartieri nelle immediate vicinanze del centro storico, a ridosso delle mura (Sant’Anza (il quartiere dove abito), Valle Pretara, Santa Barbara, Pettino, tutti molto popolosi, hanno le case inagibili.
Inoltre, bisogna considerare che il centro storico ancora non viene sottoposto ad alcun tipo di verifica perché, a tutt’oggi, è zona rossa.
Nel centro storico risiedono circa 12 mila cittadini, senza contare i domiciliati, soprattutto gli studenti fuori sede. Allora, a novembre dovrebbero avere la casa almeno 26.000 cittadini, facendo un calcolo al
ribasso perché, considerando anche gli abitanti dei quartieri distrutti, gli immobili da recuperare con interventi molti consistenti e, quindi, con tempi necessariamente lunghi, sicuramente le abitazioni necessarie dovrebbero essere sull’ordine delle 45 mila persone.
Questo è il futuro che ci aspetta e lo tengono nascosto! Ma il Presidente del Consiglio ha detto che, comunque, le tende sono già dotate di impianto di riscaldamento, e quel”già” mi ha molto inquietato.
Non possiamo accettare di restare nelle tende fino a novembre, e sicuramente fino a marzo del 2010!
Questo ragionamento lo stavo facendo alcuni giorni fa al campo: prima con alcune persone, poi si sono avvicinati altri ed eravamo diventati un bel gruppetto: dopo alcuni minuti dal formarsi dell’”assembramento non autorizzato”, sono arrivati i carabinieri, in servizio all’esterno del campo. Ho chiesto se ci fosse qualche problema. Mi hanno risposto che non c’era alcun problema, ma restavano anche loro ad ascoltare.
Conclusione: dopo alcuni minuti, tutti ce ne siamo ritornati nelle tende.Racconto questo episodio, e ne posso citare tanti altri (ad alcuni componenti di vari comitati cittadini, che stavano raccogliendo le firme per il contributo del 100% per la ricostruzione o ristrutturazione della casa, è stato vietato l’accesso nei campi), per denunciare quello che definisco la sospensione dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione: libertà di opinione, di parola, di movimento.
Ora, posso comprendere, anche se non giustificare, un tale comportamento nel primo mese, che secondo me rappresenta la vera fase di emergenza, ma far passare tale logica antidemocratica per 7 mesi, ed anche di più, somiglia più ad un colpo di Stato che ad una “protezione civile”. Adesso mi trovo per qualche giorno a Bologna, presso mia figlia Mara che sta ultimando un dottorato in Diritto del Lavoro (senza borsa, perché l’Alma Mater non aveva i fondi a sufficienza per finanziare tutte e quattro i posti messi a bando: Mara si è posizionata terza, paga una tassa di iscrizione al dottorato di circa 600 euro l’anno e un affitto di 500 euro mensili, più le spese); proprio questa mattina ho dovuto chiamare il responsabile del mio campo perché la famiglia che abita con me mi ha informato che si stavano effettuando i controlli per assegnare il nuovo tesserino di residente al campo (ne possiedo già uno). Mi ha preso una tale agitazione tanto da sentirmi male: questa procedura che si ripete spesso nei campi, l’esibizione del documento e l’autorizzazione di accesso per gli “esterni”che ti vengono a fare visita, e magari sono i tuoi fratelli, sorelle, madri e padri che hanno trovato sistemazione in altri campi o luoghi, il fatto che adesso, nonostante avessi preventivato di stare un po’ di tempo con mia figlia, debba rientrare per avere di nuovo il tesserino, dietro presentazione di un documento di riconoscimento, anche se sono già tre volte che i responsabili del campo hanno annotato il numero della mia carta di identità, mi scuote in maniera incredibile. Ma la Protezione Civile mi deve proteggere in maniera civile o mi deve trattare come se fossi in un campo di concentramento? Il responsabile del mio campo, quando gli ho parlato questa mattina, mi ha detto che non c’era alcun problema, che potevo tornare quando volevo, riconsegnare il vecchio tesserino e prendere il nuovo, e comunque dovevo comunicare l’allontanamento dal campo, la prossima volta che ciò sarebbe accaduto. Mi chiedo: perché devo comunicare i miei spostamenti? La tenda, adesso, è la mia casa ed ho timore che lo sarà per molto tempo, almeno fino a novembre. Quale è la norma che mi impone di comunicare i miei spostamenti? Se mi si risponde che si è in presenza di una situazione di emergenza, e che tale situazione durerà mesi e mesi, allora siamo veramente in presenza di un pauroso abbassamento del livello di democrazia!
Non sono “vaporosa”, non sono arrabbiata: sono esacerbata! Ritengo che la nostra città stia diventando non una città da ricostruire, ma una città “laboratorio”, in cui si vuole sperimentare il nuovo modello di società: privo di diritti, passivo, senza bisogni: quello che ti do è frutto della buona volontà dei volontari o dell’imperatore e lo prendi dicendo anche grazie! Mi rifiuto! E si rifiutano i cittadini aquilani! Sui nostri corpi, sulle nostre menti, sulle nostre coscienze, sulle nostre memorie nessuno ha il diritto di mettere le mani! Un’altra considerazione: le tende dell’emergenza sono tutte di otto posti, per poter accogliere, in tempi molto brevi dopo l’evento catastrofico, il maggior numero di persone. Di conseguenza, ci sono moltissime situazioni di promiscuità (la vivo io stessa, con un’altra famiglia che ha due bambini piccoli). Ritorno sempre alla considerazione di prima: una situazione di promiscuità può essere proposta ed accettata, a causa del disorientamento totale in cui ognuno si trova dopo un evento così terribile, per un mese, ma non per 7 o più mesi! In alcune tende sono insieme anche tre nuclei familiari! Mi chiedo: non si vogliono utilizzare i containers, ma allora il Presidente del Consiglio, che ha tante bellissime idee (sulle donne, sui giudici, sul Parlamento, sulla Costituzione) perché non pensa a far arrivare tende da quattro? O meglio, perché non riesce a garantire, da subito, una sistemazione dignitosa, senza costringermi ad andare sulla costa o in appartamenti situati nell’ambito della Regione Abruzzo, sicuramente non a L’Aquila, dove vi è la distruzione totale?
Proprio ieri, un gruppo di psicologi ha affermato che tale situazione di promiscuità sta distruggendo le famiglie perché, a parte le discussioni che ci sono, dalle cose più grandi a quelle più piccole (pensate che si sta litigando anche per i condizionatori, quelli che li hanno, perché alcuni li vogliono accesi, i “coinquilini” li vogliono spenti; chi vuole guardare la televisione e chi vuole riposare), la mancanza di intimità e di momenti privati determina nervosismo e sensazione di annullamento di ogni sentimento, senza considerare che nei campi non esiste nessun momento di intimità, né nei bagni, né nelle docce, né a pranzo né a cena.
Non posso restare in silenzio ed accettare passivamente: voglio essere protagonista della mia vita e della ricostruzione della mia città, e non voglio sentirmi come una partecipante del Grande Fratello! Non abbiamo intenzione, noi aquilani, di essere triturati dalla società
dello spettacolo: alle menzogne mediatiche opporremo la nostra intelligenza, volontà e coraggio….e la nostra rabbia.
L’Aquila è la mia, la nostra città e non è in vendita, per nessuno!
Spero che questa mia lettera venga da voi presa in considerazione: sono forte, coraggiosa…come tutti voi e spero che possiate darmi voce.
Vi ringrazio, di cuore…anche se spezzato!
Ciao a tutti
http://www.officinavolturn
mercoledì 17 giugno 2009
lunedì 15 giugno 2009
tremano le gambe mentra vagano lungo le strade che non riconosco piu,
vacillano i miei progetti,
crollano le mie certezze non riesco a fermare questa voglia di urlare...
dovro scavare nella mia identita le fondamente del prossimo giorno che verra,
ora non sento piu me, quel senso di smarrimento e quelvuoto
ora non prego perchè cerco l'orgoglio di alzarmi e risorgere qui...
sotto le macerie lascio tutte le incertezze lascio le paure e le inutili amarezze
lascio che il tempo mi porti con se..
lascio che l'alba risplenda sulla mia città.......
ora non sento piu me quel senso di smarrimento e quel vuoto...
ora non prego perchè, cerco l'orgoglio di alzarmi e rinascere, credo nei sogni e non li lascio andare via, leggo nei volti la volontà di reagire e combattere.....
martedì 9 giugno 2009
INTERVISTA A ME STESSO
-salve, sisi vabene pero mi dia del tu senno mi sento chissa chi grazie
COME VUOLE.. AHAH SCUSAMI, COME VUOI...ALLORA COME TI CHIAMI? MAGARI PER CHI NON TI CONOSCE...
-salvatore 20 anni vissuto per 15 o 16anni a l'aquila ma di origini pugliesi, meglio precisare taranto
TI SENTI TARANTINO O AQUILANO?
- sai non lo so bene, prima piu tarantino ora piu aquilano, ma credo che infondo non mi sento ne l'uno ne l'altro forse perchè mi sembrerebbe fare un torto all'uno o all'altro quindi non prendo posizione
TI SEI MAI PENTITO PER QUALCOSA CHE HAI FATTO?
-non saprei ora mi sto pentendo di aver intrapreso questa intervista perchè mi è venuto sonno
SE VUOLE LA FINIAMO QUI...
-poi me ne pentirei...
PERCHE'?
-perchè voglio parlare...
ALLORA MI DICA SE SI è MAI PENTITO NELLA SUA VITA..
- si ogni volta che "disubbidisco" ai miei cari,lo faccio di continuo ma credo che se non lo facessi la mia vita non sarebbe molto interessante...ora che mi ci fa pensare mi viene in mente una frase: Il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela. Quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza!
AH QUINDI PENSI CHE SIA UNA VIRTU'?
-penso solo che se eva non prendeva quella mela sarebbe stato un mondo migliore
COS'E'IL PECCATO?
-fare qualcosa che non puoi fare
QUINDI?
-oddio non è facile spiegare... passo..
OK VABENE SOLO PER QUESTA VOLTA! COS'E' PER TE LA VITA?
la vita è una cosa bellissima, ed è per questo che l'amo con molta passione è il miracolo dei miracoli, infondo la vita è bella anche quand'è brutta, molto complicata e faticosa... come coltivare un orticello, forse per chi non l ha mai fatto non risulta chiaro come esempio, ma in tre parole posso rendere l'idea.. fortuna dedizione e amore.. sono elementi, anzi variabili indispensabili per entrambe!!
E LA MORTE?
la odio con altrettanta passione, perchè non è giusto morire perchè siamo nati! è la piu grande ingiustizia del mondo la morte
COS'E' PER TE L'AMORE?
l'amore ... perennemente nella nostra vita si va in cerca di amore e il motivo è semplice perchè la paura piu grande per ogni essere umano e morire da soli!!
__ silenzio__
l'amore è un sentimento talmente grande e profondo che non riesco a descrivere mi dispiace
AMI UNA PERSONA?
si, con tutto me stesso perchè nella vita mi sono sempre messo in gioco
E LEI TI AMA?
cosi dice... ahah
COSA MI VORRESTI DIRE?
Glielo confesso, io sento una specie di malinconia, una specie di dispiacere che offusca perfino il mio senso di umorismo, mi reputo fortunato, certo potrei stare meglio ma infondo non mi manca nulla perchè vivo con dedizione e amore ma... ho dentro di me questo stato d'animo che mi logora da dentr che non mi fa sentire libero, forse perchè reputo la libertà un dovere , una sfida morale e non avere tutto cio che vorrei mi fa sentire prigioniero in gabbia... ora capisco perchè noi uomini amiamo sognare... GRAZIE BUONANOTTE buonanotte |
sabato 6 giugno 2009
Abitudine
Se questo ha un senso, se questo correre senza sentire, vedere e parlare in mezzo al lavoro, al traffico, alle guerre, al male e al bene, al buono e la cattivo, al bello e al brutto..vi prego fatemi scendere da questo gigantesco treno di abitudini. Voglio le ali volare sopra tutto e tutti, guardare dall'alto e non sentire più niente...Solo il mio respiro, il mio cuore.. il battito il mio..un senso. siamo obbligati a seguire una corrente che per comodità ci protegge...avvinghiati l'uno all'altro senza sapere chi è l'uno e chi è laltro...
mercoledì 3 giugno 2009
martedì 2 giugno 2009
lunedì 1 giugno 2009
"Domani è già qui"!
In fondo è umano, il ritmo frenetico a cui siamo abituati porta a questo. Basterebbe fermarsi un secondo solo, prendere la forza per andare contro corrente. Forse le mie parole sono tutte inutili, forse denuncio i ripetitivi e io ho lo scettro che loro stessi mi hanno donato per la mia ripetività.
Non voglio e non volevo iniziare con nulla di negativo, anzi. Il mio resta un messaggio che possa dare un briciolo di speranza perchè ricominciare non sarà facile. Inutile nasconderci dietro un filo d'erba. Sappiamo tutti che sarà molto complicato ma si può fare, si può ripartire.
L'altro giorno leggendo il giornale, ho trovato un articolo interessante sugli animali di cui non ricordo l'autore. Ciò che importa però è che si è fatta una scoperta che (ahimè) ci può essere molto utile : pare che gli animali siano molto capaci di empatia, il che dà loro la possibilità di adattarsi agli ambienti e agli altri animali che sono loro vicino. L'empatia per chi non lo sapesse è la capacità di mettersi nei panni dell'altro, di sentire cosa sente l'altro. Subito mi è venuto in mente che questa potrebbe essere il primo motivo per cui proviamo tanto rancore verso gli altri, perchè non proviamo dolore se di fronte a noi qualcuno lo prova. Forse stiamo sbagliando, gli animali si stanno evolvendo e noi restiamo sempre fissi sui nostri passi?Oppure sono nati evoluti, e noi retrogradi, comunque la celebre considerazione "più conosco gli uomini e più amo le bestie" mi sembra del tutto appropriata. Non solo si dovrebbe applicare al terremoto ma in generale. Continuo a ringraziare tutti quelli che per l'abruzzo hanno fatto tanto, forse molto più di quello che avrebbero potuto e che spettava a qualcuno che sta sopra di noi e sotto Dio. Il mondo però viaggia in questa direzione. Se non siamo tutti insieme a spostare il timone, la nave non cambierà rotta.
Silvia Del Sole